Ospitalità e bellezza in una Città di Storia ed Arte
Aria condizionata all'interno !
Il nostro menu classico
Tipicamente piemontese
Antipasti
Carne cruda, vitello tonnato, insalatina di farro con tuma di
Murazzano, Giardiniera, caramella di sfoglia con melanzane, insalata di
bollito con verdure miste e funghi
primi piatti
Gnocchi di patate al sugo di salsiccia, Lasagne al forno, tagliatelle al ragù, Ravioli del plin al burro e salvia
secondi
Coniglio alle due maniere, guanciale di vitello al Barolo, Stinco di
maiale in arrosto, Lumache di Cherasco alla diavola, Lumache di
Cherasco alla Borgogna
dolci
Bunet della nonna, panna cotta, Torta di cioccolato fondente con pesche, creme caramel, Mousse di zabaione caramellato
INFO
Tipo di Cucina: langarola Cantina: etichette del territorio Chiusura: martedì Ferie: agosto Prezzo medio: 25-30€‚ vini esclusi Carte: tutte
note
Note: è gradita la prenotazione.
In caso di menu di lumache si consiglia di contattarci al file di consentirne la preparazione.
Come ogni piazza d'Italia, anche quella che si apre ai piedi della
Torre civica duecentesca di Cherasco ospitava, già nell'Ottocento, un
severo Caffé Borghese, intitolato al Re Umberto I: un Caffé tutto legni e
specchi, dotato di biliardo, caffettiera napoletana, pendola, e di
decoratissime bottiglie di vermout e amari. Anche il proprietario che io
ricordo, degli anni '50, il signor Mano, assomigliava, come tutti i
patriarchi di allora, al re della sua giovinezza: baffi a punta, capelli
a spazzola, orologio a cipolla nel taschino del gilet. Fuori, sotto i
portici, facevano mostra di sè una teoria di tavolini e sedie in
vimine, come allora usava, e una gran targa di latta con su la spirale
rossa dell'Amaro Cora.
Proprio al Caffé Umberto si fermò Mario
Soldati, nel '57, durante il suo "Viaggio lungo la valle del Po", la
prima inchiesta della neonata televisione: immagini sbiadite che, a
sorpresa, passano a volte, a notte fonda, sul teleschermo della memoria. Poi la storia triturò ogni cosa: i borghesi, il biliardo, la caffettiera, il vermout; il
caffé cambiò più volte arredi e proprietario; finché Cherasco non si
trasformò nel piccolo scrigno di tesori d'arte che oggi é meta di
turisti colti e attenti. Così, il locale di un'antica ospitalità,
rispondendo alle esigenze dei tempi, si é trasformato in osteria, e ad
attendere il passeggero é ora Teresio, che, come tutti gli osti
d'Italia, porta soltanto, orgogliosamente, il nome proprio.
Ospitalità e bellezza
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Solidamente, lo sostiene la moglie, e già Davide, il figlio, si prepara al difficile mestiere. Ritto sul tetto dell'Osteria, il rosso campanile romanico di San Gregorio sembra farsi garante di una serietà tutta piemontese.